I fatti e gli eventi ecumenici più importanti come riportati dall'omonima rubrica dell'ultimo numero de Il Regno Attualità.

Dialogo anglicano-cattolico - ARCIC

Il 7 e l’8 marzo si riunisce a Londra, convocato dai due co-segretari della Commissione internazionale anglicana - cattolica romana (ARCIC III), il gruppo di redazione della Commissione. L’ARCIC nell’attuale terzo mandato sta lavorando su come la Chiesa nella comunione − locale e universale − discerne il giusto insegnamento etico. Dopo la prima fase, conclusa con la dichiarazione comune del 2018 Camminare insieme sulla strada: imparare a essere la Chiesa – locale, regionale, universale, ora la Commissione sta esaminando come le due comunioni praticano il discernimento morale alla ricerca di un giusto insegnamento etico. I primi 3 capitoli del rapporto sin qui elaborato, come fa sapere il Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, presentano sia la tradizione comune ereditata dai cattolici e dagli anglicani, sia il modo in cui il discernimento morale si è sviluppato in ciascuna tradizione, in maniera diversa, dopo la Riforma. Durante l’incontro a Londra il gruppo di redazione si concentra sulla messa a punto e sull’analisi di due casi specifici che faranno parte del 4o capitolo. Il primo riguarda un aspetto sul quale cattolici e anglicani concordano, la schiavitù, mentre il secondo un aspetto sul quale divergono, la contraccezione. Il loro studio sarà valutato dall’intera commissione quando si riunirà nella sessione plenaria annuale a Strasburgo (Francia), in maggio.

La Chiesa ortodossa copta sospende il dialogo con la Chiesa cattolica

Il Sinodo della Chiesa copta ortodossa il 7 marzo decide di sospendere il dialogo teologico con la Chiesa cattolica, a causa della dichiarazione Fiducia supplicans del Dicastero per la dottrina della fede sulla benedizione delle coppie omosessuali nella Chiesa cattolica, come riferisce il portale on-line Crux. A seguito di consultazioni con le Chiese sorelle ortodosse orientali, il Sinodo ortodosso copto decide di «rivalutare i risultati del dialogo da quando è iniziato 20 anni fa e di definire nuove linee guida e meccanismi per un dialogo futuro», e dichiara che «la Chiesa considera ogni benedizione di tali relazioni, di qualsiasi tipo, come una benedizione per il peccato, e questo è inaccettabile». E il 27 marzo viene pubblicato il testo (https://bit.ly/4aENnT9, in russo) della commissione del Patriarcato di Mosca incaricata di valutare il documento vaticano: secondo tale valutazione le idee espresse in esso «rappresentano una deviazione significativa dall’insegnamento morale cristiano».

Chiesa ortodossa bulgara – Morte del patriarca Neofit

Il 13 marzo muore a Sofia, dov’è ricoverato in ospedale da novembre, il patriarca della Chiesa ortodossa bulgara Neofit I, all’età di 78 anni. Colto e mite, era stato eletto alla guida dell’ortodossia bulgara nel 2013, nella prima elezione patriarcale libera dopo il dominio sovietico. Nonostante la sua Chiesa fosse uscita dal Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) nel 1998, Neofit ha cercato di coltivare buoni rapporti con le altre Chiese cristiane, compresa quella cattolica, come attesta la cordialità della visita di papa Francesco nel 2019. E nel decennio in cui è stato a capo dell’ortodossia bulgara la sua Chiesa, tradizionalmente nell’orbita russa (la Chiesa bulgara non ha partecipato al Concilio panortodosso di Creta), ha manifestato una sua autonomia, come testimonia la sua ripetuta condanna della guerra d’aggressione russa all’Ucraina. Significativo il fatto che le esequie siano state celebrate dal patriarca ecumenico Bartolomeo I. Il Santo Sinodo ha fissato come data per l’elezione del successore il 30 giugno.

Sinodo 2021-2024 sulla sinodalità – Gruppo di studio sull’ecumenismo

Il 14 marzo la Segreteria generale del Sinodo dei vescovi pubblica due documenti sull’organizzazione del processo sinodale fino alla II Assemblea generale dell’ottobre 2024. Da essi s’apprende che il tema ecumenico non sarà discusso e votato in assemblea, ma affidato a uno dei 10 gruppi di studio a cui sono state delegate altrettante «tematiche di grande rilevanza» su cui lavoreranno fino a giugno 2025.

Chiese cristiane europee – Elezioni di giugno

Le Chiese cristiane in Europa il 20 marzo pubblicano una dichiarazione congiunta in vista delle elezioni europee di giugno. Cf. Regno-doc. 7,2024,194.

Chiesa ortodossa russa – Concilio del popolo

Il 27 marzo 2024 il Consiglio mondiale del popolo russo tiene un congresso straordinario nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca sotto la presidenza del patriarca Cirillo, che è anche il capo del Consiglio. Il congresso straordinario produce un documento intitolato Il presente e il futuro del mondo russo. Diviso in 8 sezioni, il testo dedica la 1a all’«operazione militare speciale», come il Governo russo chiama l’invasione dell’Ucraina, e la definisce «una guerra santa, in cui la Russia e il suo popolo, difendendo l’unico spazio spirituale della Santa Rus’, compiono la missione di “trattenimento”, proteggendo il mondo dall’assalto del globalismo e dalla vittoria dell’Occidente, caduto nel satanismo». Il giorno successivo il sito web della Chiesa ortodossa ucraina (UOC) – che fino al 2022 faceva parte del Patriarcato di Mosca ma dopo l’invasione ha dichiarato la propria autonomia – ha pubblicato una dichiarazione che attacca duramente il documento del Consiglio: «Affermiamo che il testo citato contiene un’apologia della violenza, una giustificazione delle violazioni dei principi spirituali, morali ed evangelici, che minaccia l’identità ucraina e la sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina. Riteniamo che le idee discusse nel suddetto documento non possano essere sostenute da un’organizzazione religiosa che pretende di chiamarsi cristiana». Mentre il 12 aprile Jerry Pillay, segretario generale del CEC, di cui il Patriarcato di Mosca è membro, dichiara che «il CEC non può conciliare l’affermazione (…) con ciò che abbiamo sentito direttamente dallo stesso patriarca Cirillo stesso, né con i pronunciamenti politici dell’organo direttivo del CEC, né tantomeno con la chiamata biblica per i cristiani a essere operatori di pace in mezzo ai conflitti».

Daniela Sala